Il travel retail è di tendenza. Lo è da tempo e su scala globale. Del resto, occupa una posizione strategica, collocandosi in un processo di più ampio cambiamento e innovazione che coinvolge aeroporti, stazioni e non solo. Il mercato mondiale del travel retail è stato calcolato in 55,75 miliardi di dollari nel 2022 e si stima che, quest’anno, raggiungerà i 60,72 miliardi. Ma la proiezione al 2030 lo vede crescere a una cifra stimata tra i 117,18 e i 175 miliardi di dollari¹.
Un mercato in espansione e trasformazione, dunque, che ha visto nella pandemia la spinta propulsiva. Stanno, infatti, cambiando il profilo dei viaggiatori e le modalità di viaggio. Si abbassa l’età di chi frequenta aeroporti e stazioni (sempre più millennials), cambiano i prodotti più richiesti. Inoltre, si moltiplicano e si modificano i servizi offerti: più tecnologia e spazi per mangiare, meno shopping mordi e fuggi. Ma cosa s’intende per travel retail? Vediamolo insieme.
Che si viaggi per piacere, lavoro o esigenze famigliari, la sostanza non cambia. Il travel retail punta a rispondere ai bisogni dei viaggiatori. Con questa espressione s’intende il recupero di aree degradate o inutilizzate all’interno di stazioni ferroviarie e aeroporti. La rivisitazione di questi spazi, in Italia iniziata una decina d’anni fa, passa attraverso la creazione di negozi e ristoranti. Due sono gli obiettivi principali:
Sono numerose le realtà, italiane e internazionali, che stanno cambiando volto in questo senso, non solo gli snodi ferroviari e gli scali aeroportuali principali. Questi ultimi, tuttavia, stanno senza dubbio facendo da traino verso una nuova visione e un nuovo modo di intendere il “viaggio”.
Per questo viaggio (è proprio il caso di dirlo) in direzione futuro, noi di Spazio Futuro siamo a bordo da tempo. Negli ultimi anni, abbiamo operato, infatti, in diverse stazioni ferroviarie storiche italiane: da Milano Centrale a Torino Porta Nuova, fino a Napoli Centrale. Il travel retail, in contesti come questi, presenta alcune difficoltà peculiari insite nel contesto architettonico in cui ci si trova. Per esempio:
Si tratta, poi, di riadattare ambienti con misure ridotte alle esigenze odierne. Ad esempio, trasformare il vecchio spazio di un tabaccaio o di una biglietteria in una ristorazione organizzata bar. Si tende, inoltre, a lavorare di notte, con l’obbligo spesso di effettuare trasporti e consegne in orari notturni per non intralciare le attività diurne e non creare disagi ai viaggiatori. Importante è anche creare una buona sinergia con coloro che gestiscono stazioni e aeroporti per poter avere un supporto e un confronto in tutte le fasi del cantiere.
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Il punto vendita Alemagna, Gruppo Autogrill, all’aeroporto di Milano Linate
È ormai chiaro che un punto vendita in una stazione o in un aeroporto rappresenti una vetrina importante per un brand. La posizione strategica, infatti, permette di intercettare i viaggiatori durante l’attesa prima della partenza. Tempo che viene sfruttato per qualche acquisto ma, soprattutto, per rifocillarsi. Non è un caso che si tenda sempre di più a realizzare delle vere e proprie food court. Qui il viaggiatore può trovare un’offerta ristorativa completa: caffetterie, fast food, ma anche ristoranti con le più svariate proposte alimentari.
Per noi, travel retail significa competenza, serietà, rispetto di tempi e costi. Significa rivitalizzare ambienti lasciati in stato di disuso, se non vero e proprio abbandono, per lungo tempo e fornire comfort e sicurezza a chi li frequenta. In questo senso, supportiamo a tutto tondo l’apertura di nuovi punti vendita delle catene più note e affermate della ristorazione. Oltre al lavoro nelle stazioni ferroviarie storiche, abbiamo operato anche nella stazione di Milano Rogoredo e siamo prossimi a una nuova apertura nella stazione metropolitana di Famagosta, sempre nel capoluogo lombardo. Inoltre, all’aeroporto di Milano Linate, abbiamo realizzato un caffè pasticceria del franchising Alemagna¹, inaugurato lo scorso 27 dicembre.
Il punto vendita Alemagna, aperto sul finire del 2022 all’aeroporto di Linate, merita un approfondimento. È, infatti, la prima ristorazione del gruppo Autogrill con certificazione LEED in Italia².
La certificazione LEED³ è un programma volontario che riguarda qualsiasi tipo di edificio, dalla progettazione alla fine dei lavori. Nell’ambito del travel retail, è spesso richiesto dai gestori degli spazi commerciali della stazione, dell’aeroporto o dal brand stesso. Si tratta di un modello operativo basato sulla sostenibilità, che assegna un diverso punteggio a seconda delle prestazioni dell’immobile. I parametri considerati sono molteplici: dalle modalità di smaltimento dei rifiuti in fase di cantiere alla qualità dell’aria nell’edificio, dai materiali impiegati a un uso contenuto di acqua ed elettricità. Gli enti certificatori preposti alla valutazione di ciascuna categoria assegnano dei crediti che, sommati, forniscono il livello di certificazione: base, argento, oro e platino.
La certificazione LEED rappresenta un plus importante per negozi e ristoranti che aprono in stazioni e aeroporti. Travel retail e sostenibilità possono (e devono) viaggiare insieme. Una conferma arriva anche dal recente report Travel Experience Voices di Lagardère Travel Retail⁴. Condotta su 144 brand e 66 aeroporti in 29 Paesi, evidenzia che l’83% degli aeroporti e il 70% dei brand ha messo in campo strategie specifiche per ridurre le emissioni di carbonio.
Ancor più se si considera che la sostenibilità fa capolino anche tra le priorità al fine di trasformare gli aeroporti secondo le nuove esigenze dei viaggiatori. Un processo, questo, accelerato dalla pandemia e che sta portando a riconsiderare gli spazi aeroportuali e la loro offerta. Obiettivo: fornire esperienze innovative grazie alla tecnologia ed elevare, così, l’esperienza del viaggio.
NOTE
¹ Fonti: Fortune Business Insight; Statista; Altagamma-Bain.
² Per approfondire: Alemagna: good vibes e dolci tentazioni a Linate
³ Per saperne di più: LEED rating system, U.S. Green Building Council
⁴ Travel Experience Voices, Lagardère Travel Retail