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Roberto Bramati confermato nel board del Consiglio nazionale dei centri commerciali

  • Il nostro presidente, Roberto Bramati, è stato confermato nel ruolo di vicepresidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali per il triennio 2023-2026.
  • Transizione green e digitale, rete tra negozi e proprietà, ripensamento dei centri commerciali, collaborazione con chi governa: ecco gli obiettivi del CNCC per il prossimo triennio.
  • Il fatturato cresce, ma le perdite causate dalla pandemia e i costi dell’energia si fanno sentire. I centri commerciali cercano il rilancio.
  • La ristorazione tra criticità e spettacolo: arte e un’offerta sempre più variegata si uniscono.
  • Il centro commerciale del futuro guarda oltreoceano: servizi, giochi e attività per grandi e piccoli, ristoranti e uno spazio per la spesa.

Un nuovo triennio di lavoro

Uno sguardo al recente passato, ma proiettati al futuro. Accanto alle varie aperture di locali in giro per l’Italia, l’inizio di primavera ci ha regalato un momento importante. Il presidente di Spazio Futuro, Roberto Bramati, è stato infatti confermato nell’Ufficio di presidenza del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. Alla guida dell’associazione resta Roberto Zoia, anch’egli al secondo mandato, per il triennio 2023-2026¹. All’orizzonte tante sfide e obiettivi ambiziosi.

Linee guida e obiettivi del CNCC nel triennio 2023-2026

Il triennio che si è appena aperto è carico di sfide e obiettivi ambiziosi per il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. Su tutti:

  • transizione green e digitale, ponendo al centro sostenibilità ed efficientamento energetico;
  • l’adesione al CNCC di singole catene commerciali per favorire integrazione e dialogo tra negozi e proprietà, così da immaginare in maniera condivisa il futuro dei mall italiani;
  • un ripensamento degli spazi dei centri commerciali.

Accanto a ciò, l’architetto Bramati ritiene necessaria un’altra azione: «Il CNCC – afferma – si è sempre tenuto lontano dalla politica, ma questo, a mio avviso, è stato un errore. La nostra associazione deve stare fuori dai partiti, ma vicina a chi governa. Solo così possiamo collaborare e agire in maniera efficace in un settore che rappresenta quasi 4 punti del PIL italiano».

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Criticità e punti di forza, tra pandemia e crisi energetica

Il CNCC guidato dal presidente Zoia si trova ad agire in un momento storico delicato. Gli strascichi della pandemia e la crisi energetica pesano, e non poco, sulla gestione e sul mantenimento dei centri commerciali.
Il Covid ha segnato perdite importanti per il settore e ci è voluto tempo – spiega Bramati – per convincere le persone che il centro commerciale continua ad essere un luogo sicuro. Ingressi e uscite erano presidiati costantemente e ciò garantiva la sicurezza dei clienti sotto tutti gli aspetti». Rispetto al 2019, in epoca pre Covid, il fatturato complessivo dei centri commerciali italiani è aumentato. E ciò la dice lunga sulle potenzialità di questi spazi. La crisi energetica, tuttavia, non fa sconti a nessuno. Inoltre, le perdite registrate durante il Covid sono state in parte sanate grazie ad aiuti statali, che andranno progressivamente restituiti.

Il mondo della ristorazione: stelle, arte e non solo

«La ristorazione è un’attività energivora e con un costo tecnico, operativo e gestionale alto. Ecco perché, in questo momento, persino gli chef stellati sono in perdita» evidenzia il presidente di Spazio Futuro. Prima le durissime misure anti Covid, ora i costi esorbitanti dell’energia. Tuttavia, Bramati riconosce delle grandiose potenzialità al food and beverage: «Negli ultimi anni abbiamo assistito a una spettacolarizzazione della cucina. Basti pensare a Masterchef e a tutti i programmi affini: del resto, cucinare è anche arte. È la realizzazione artistica di un alimento».  
Bramati pensa, in particolare, al ristorante La Pergola dello chef Heinz Beck a Roma e al Duomo di Ciccio Sultano a Ragusa. Ma non solo. «Quando, nel 1981, nacque la catena dei ristoranti self service Ciao, fu un’assoluta novità. Per la prima volta, i clienti potevano comporre il proprio pasto senza dover attendere in coda. Si muovevano tra diverse isole in cui erano proposti e cucinati i vari cibi. Si assisteva alla preparazione del piatto, allo spadellamento. Anche questa è arte. Non è qualcosa solo da ristorante stellato». Da qui la convinzione che, nonostante l’attuale fase critica, il mondo della ristorazione saprà risollevarsi e avrà la sua rivincita nel periodo a venire».

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Leisure, food (e servizi): i centri commerciali del futuro

L’architetto Bramati ricorda bene quanto sia stato difficile, all’inizio, portare la ristorazione nei centri commerciali: «I fast food e le catene di food service ricevevano degli incentivi per aprire dei punti vendita al loro interno».
Oggi la situazione si è ribaltata: il centro commerciale sta assumendo, infatti, un volto nuovo: non è più un luogo deputato solo alla spesa, ma sta diventando spazio di aggregazione e incontro che offre servizi e attività. «Possiamo parlare di una “terza vita” dei centri commerciali che punta tutto sul leisure and food» sintetizza Bramati. Il modello a cui ispirarsi potrebbe essere il Mall of America² di Minneapolis, in Minnesota: un grande centro ludico circondato da una corona di ristorazione e uno spazio per la spesa.
Sul tema, l’Italia c’è. «Con il centro commerciale di Arese abbiamo scavalcato la montagna. Ora stiamo compiendo un passo ulteriore con To Dream a Torino». E, all’orizzonte, c’è Merlata Bloom, a Milano. «L’obiettivo è trasformare i centri commerciali da luoghi in cui ci si reca per fare acquisti a spazi in cui trascorrere del tempo attratti da ciò che offrono».

NOTE

¹ Per approfondire: Roberto Zoia confermato alla presidenza del CNCC per il triennio 2023-2026

² Scopri di più: Mall of America

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