Viaggiamo molto per lavoro: in auto, qualche volta in aereo, frequentemente in treno. Del resto, facciamo base a Milano, ma operiamo in tutta Italia. In stazione, però, siamo stati di recente anche per un altro motivo. Abbiamo, infatti, realizzato in contract per Autogrill locali del format Beers&Bar Heineken, Old Wild West, Spizzico e Bottega Prosecco. Una sfida ambiziosa, proprio per il particolare contesto, ma anche per il periodo, avendo lavorato in tempi di pandemia. Per fortuna, la regia del contract ha consentito di portare a termine tutti i progetti nel migliore dei modi. Lo raccontiamo qui e lo si può constatare in prima persona, qualora ci si trovasse a passare per le food hall di Milano, Torino o Napoli.
Prima di entrare nel dettaglio di quanto fatto nelle food hall di Torino, Milano e Napoli, è opportuna una nota di contesto. È in atto, infatti, una evoluzione/rivoluzione gustosa. Da tempo, molte stazioni ferroviarie italiane sono oggetto di profondi interventi di riqualificazione, che vedono anche la creazione di shopping district e food hall. Queste ultime sono cresciute del 44% tra il 2016 e il 2021 e le previsioni, per gli esperti, sono ulteriormente al rialzo. Lo conferma anche Grandi Stazioni Retail, che ha in esclusiva il diritto di sfruttamento commerciale delle 14 principali stazioni italiane.
Le stazioni, insomma, si ridisegnano. Da meri luoghi di passaggio puntano a diventare:
Un po’ come avviene con i centri commerciali, le stazioni si ripensano, diventando luoghi di ritrovo e di aggregazione. Da un consumo “mordi e fuggi”, anche piuttosto distratto, si passa a un’esperienza da vivere. Puntando su:
La ristorazione ha colto per tempo l’opportunità che si cela dietro questa evoluzione. E non è un caso che oggi nelle stazioni ferroviarie italiane si trovino i big del food, chef stellati come Filippo La Mantia e l’alta pasticceria di Iginio Massari. Tutti, insomma, fanno a gara per essere nelle food hall. A Milano come a Torino, Napoli e Roma. Una rivoluzione gustosa di cui è bello poter far parte.
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Operare in un contesto particolare come, appunto, una stazione ferroviaria è indubbiamente complesso e sfidante. Richiede soluzioni ad hoc, competenze trasversali e versatilità estrema, oltre a una grande attenzione per i dettagli.
Si opera, infatti, in strutture già esistenti e spesso obsolete o, comunque, storiche. Rispetto a strutture moderne come un centro commerciale, sono numerosi i vincoli da rispettare. Qualche esempio tecnico?
Le stazioni, poi, sono soggette al passaggio di grandi flussi di persone, anche nel corso delle lavorazioni. Bisogna, quindi, prestare la massima attenzione ai rumori e alla logistica, facendo arrivare i materiali in luoghi precisi e in orari specifici. A Torino, per esempio, per portare dei cavi da un locale all'altro siamo dovuti passare dal tetto affidandoci a professionisti specializzati in questo tipo d’interventi.
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Nello studio del format di un locale ospitato da una food hall, a Napoli come a Milano o Torino, bisogna tenere conto delle peculiarità. È il caso, per esempio, del disegno degli spazi: i viaggiatori devono potersi muovere agevolmente con trolley e valigie.
In questo senso, l’organizzazione e il coordinamento sono fondamentali. Con un unico interlocutore, il committente ha la garanzia di poter aprire il locale nella data concordata. Il tutto senza doversi far carico delle varie problematiche da gestire in cantiere: questo è compito nostro.
Noi dobbiamo essere bravi a gestire e prevenire le diverse criticità per non ritrovarsi con spiacevoli sorprese last minute. Questo è il valore aggiunto di un general contractor. È spesso complicato, infatti, per una realtà della ristorazione o del retail gestire autonomamente e singolarmente le varie lavorazioni. Affidarsi a un interlocutore specializzato consente al committente di potersi occupare dello sviluppo del proprio business. Si è, di fatto, sgravati dall’onere di questi compiti pur essendo sempre aggiornati sull’andamento dei lavori.
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La nostra ricetta? In dote portiamo l’esperienza maturata fin qui, un metodo consolidato, creatività e impegno in abbondanza, con un po’ di sano realismo. Il team di Spazio Futuro è, infatti, formato da tanti professionisti in grado di creare e gestire progetti e lavorazioni anche complesse. Ma, quando serve, non esitiamo ad affidarci a professionisti esterni, esperti nei rispettivi campi, per raggiungere gli obiettivi. Del resto, ogni ofelè fa el so mestè, no?
Nello specifico, nelle food hall di Milano, Torino e Napoli abbiamo lavorato per Autogrill, con cui la collaborazione è ormai di lungo corso. L’operatore nei servizi di ristorazione per chi viaggia ha voluto presidiare i tre snodi ferroviari con marchi di grande rilevanza. Qui emerge un altro valore aggiunto delle nostre progettazioni e realizzazioni contract. E, cioè, la capacità di essere anche interfaccia con gli enti e con i gestori. Un riferimento, insomma, anche per curare le pratiche amministrative e i permessi necessari, coprendo a 360° l’iter realizzativo di un progetto.
Complessivamente abbiamo aperto 2 locali nella food hall di Milano, 2 in quella di Torino e 2 a Napoli. Le realizzazioni si sono parzialmente sovrapposte a livello temporale: siamo partiti in Lombardia, poi sono arrivati i progetti in Campania e Piemonte. Il tutto con una pandemia di mezzo che non ha rallentato i tempi di consegna ma quelli di apertura, slittati al 2021.
Abbiamo lavorato con metrature diverse. In Stazione Centrale, nel dettaglio, si trattava di due chioschi per i format Heineken e Spizzico, con una lavorazione di circa 40 giorni. Di dimensioni più grandi sono stati, invece, i locali Beers&Bar e Bottega Prosecco nella food hall di Napoli. Per questo tipo di realizzazioni servono almeno 60-80 giorni, specie se, come nel caso specifico, il contract è completo, comprensivo anche degli arredi.
Uno dei nostri tratti distintivi è la capacità di adattarsi a contesti differenti, mantenendo elevati standard qualitativi. Da questo punto di vista, le realizzazioni nelle food hall di Milano, Torino e Napoli sono validi casi di studio per illustrare questa nostra skill.
Nello specifico, a Torino Porta Nuova abbiamo realizzato dei soppalchi, che hanno richiesto permessi speciali e lavorazioni complesse, dunque i tempi realizzativi sono saliti a 90 giorni. Proprio il bar Heineken di Porta Nuova, pur se abbastanza piccolo (55 mq) rappresenta per noi un fiore all’occhiello e un bel biglietto da visita. Perché è stato il progetto, forse, più sfidante e in cui abbiamo dovuto mettere molto del nostro. Da un lato c’erano le richieste del committente, dall’altro una serie di vincoli da rispettare. Un esempio? Il soffitto è alto 8,30, ma dai 3 ai 6,50 metri è off limits per la Soprintendenza. Abbiamo, dunque, più volte rimesso mano al progetto, trovando soluzioni intriganti per dare identità al locale. Insomma, siamo stati fermi in stazione, ma è stato davvero un bel viaggio.