Trapano e ablatori, fresa e forbici odontoiatriche: già solo i nomi fanno tremare le vene ai polsi. Del resto, inutile girarci attorno, sulla poltrona del dentista non ci si siede mai con particolare piacere. Al netto dell'importanza di una corretta igiene orale e della prevenzione.E se una sapiente progettazione e i giusti arredi aiutassero a ribaltare la prospettiva? I professionisti lo sanno bene: studiare e arredare uno studio dentistico al meglio sono azioni di grande importanza. La sfida è far coesistere e trovare un equilibrio tra elementi di uguale rilievo. Da un lato ci sono le aree tecniche, dove si eseguono le prestazioni, che devono rispettare specifici requisiti. Dall'altro vanno pensati spazi dedicati ai pazienti, che contribuiscano a metterli a proprio agio. Tenendo a mente che, non solo per i servizi erogati, si tratta di qualcosa di diverso da un centro medico.
Per progettare e poi arredare uno studio dentistico al meglio è fondamentale conoscere i locali su cui si deve intervenire. Discorso che vale tanto per una realizzazione ex novo quanto per una ristrutturazione. Scontato, penserai: in realtà, è un passaggio che merita un approfondimento. Anche perché questo ambito ha le sue peculiarità. Gestire uno studio dentistico vuol dire, infatti, prevedere:
Una volta individuati gli spazi, bisogna capire come disporli in modo efficace. E qui occorre tener conto della gestione dei flussi che coinvolgono medici, personale e pazienti. È importante organizzare lo studio dentistico in modo da evitare perdite di tempo e interferenze, garantendo il rispetto della privacy. Soluzioni? Un doppio corridoio oppure porte che mettano in comunicazione due o più sale adiacenti.
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Concepire e arredare uno studio dentistico è una sfida ambiziosa. Negli anni ci siamo specializzati nella progettazione e realizzazione "chiavi in mano" di cliniche odontoiatriche nelle città e nei centri commerciali. Ci occupiamo nello specifico di:
Si passa, poi, alla realizzazione dei lavori nel rispetto dei tempi di esecuzione e del contenimento dei costi. E anche su questo versante, il contract è un alleato prezioso.
In ambito odontoiatrico, nel corso degli anni abbiamo lavorato con varie catene, La prima è stata CareDENT, di provenienza spagnola. Abbiamo tuttavia contribuito anche all'apertura di molte realtà italiane, varie catene, le più importanti in Italia. È il caso, per esempio, di Giovanni Bona Cliniche Dentali, oggi acquisita dal gruppo DentalPro. In questo caso il titolare seguiva spesso in prima persona i lavori, affiancando il progettista fin dalla fase dei sopralluoghi. Si tratta di un aspetto significativo, che arriva ben prima della parte dell'arredare lo studio dentistico. La vicinanza del professionista e la collaborazione virtuosa consentono di ottenere una clinica "modellata" sul proprietario. "L'occhio del medico" è importante per disegnare uno studio che risponda alle sue esigenze, ma anche a quelle dei futuri pazienti.
In questo nostro focus su come arredare uno studio dentistico, partiamo dalla sala d'attesa, il primo locale che s'incontra, entrando. Il suo obiettivo è accogliere, ma anche rassicurare e mettere a proprio agio l'utente. Di norma si contemplano:
Bene anche piante, quadri e piccole sculture. La sala d'attesa, infatti, deve arrivare (quasi) a ricordare il salotto di casa. Fondamentale è anche l'arredamento delle aree precliniche come reception, corridoi e servizi igienici: spazi diversi, ma inseriti in un unico contesto. Tutto deve concorrere a trasmettere serietà e professionalità da un lato, tranquillità e sicurezza dall'altro.
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Proseguiamo il nostro viaggio di approfondimento su come progettare e arredare uno studio dentistico. Superata la zona di accoglienza e accettazione, si arriva allo studio odontoiatrico vero e proprio. È il “regno” del dentista, dove il professionista abilitato esegue le prestazioni. Qui prevale la funzionalità rispetto al comfort. Ricordando che sugli studi dentistici "vegliano" una normativa ad hoc¹ e specifici requisiti.Al centro dell'area operativa c'è il riunito odontoiatrico, ovvero la "poltrona". Questo comprende, tra gli altri, la lampada scialitica, la faretra degli strumenti e lo schermo. Per il resto, per ogni riunito bisogna prevedere:
Detto della centralità (anche fisica nella stanza) del riunito, per quanto riguarda i mobili dello studio dentistico si bada all'essenzialità e alla praticità. I mobili sono spesso dotati di ruote, per essere spostati agevolmente all'occorrenza. E, come materiali, si opta di norma per laminati plastici o metallo: le superfici, infatti, devono favorire l'igienizzazione e la sanificazione.
Infine, anche luci e colori rivestono un ruolo di rilievo nell'arredare uno studio dentistico. Concorrono, infatti, a:
Non c'è una via univoca. C'è chi opta, per esempio, per il bianco, puntando su un'immagine di igiene assoluta. C'è chi, invece, vira su colori tenui, tinte pastello, "giocando" magari con l'arredamento e con l'immagine generale della clinica odontoiatrica. Qualche catena personalizza ogni riunito con un diverso colore vivace. Si rifugge, insomma, dal bianco "ospedale", netto e asettico, che talora può intimorire. Di certo c'è che i colori devono contribuire a un'altra prerogativa fondamentale: rendere il marchio riconoscibile a prima vista.Come già visto in altre situazioni anche la luce ha la sua rilevanza. È, a tutti gli effetti, un complemento d'arredo: esalta i punti di forza, smorza eventuali debolezze, rende la permanenza piacevole. C'è luce naturale? Sfruttiamo al meglio i vetri di porte e finestre. Quasi sempre servono, comunque, delle luci artificiali. Anche qui si può "giocare" con sapienza. Una luce bianca che dialoga con i colori delle pareti e con gli arredi contribuisce a creare un ambiente gradevole e non asettico.
NOTE¹ Il D.P.R. 14 gennaio 1997 e la Deliberazione n. VI/38133 definiscono i requisiti minimi, strutturali e tecnologici, delle attività ambulatoriali odontoiatriche. Vanno ricordati, poi, la DGR 5724/2001 e il DDG Sanità n. 8100 del 17.05.2004. Nel 2016, inoltre, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato un nuovo documento in materia di requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi richiesti per l'autorizzazione all'apertura e all'esercizio delle strutture sanitarie deputate all'erogazione di prestazioni odontostomatologiche.